Gli esordi: da nostro nonno a nostro padre
Partiamo dall’inizio: nel 1996 (a vent’anni dall’impianto) nostro nonno Gesuino ha lasciato la vigna a nostra madre e a nostro padre quando noi figli eravamo solo dei bambini. Si può dire che la vigna di Palagorrai ha fatto parte delle nostre vite in modo costante e continuo: fin da piccoli abbiamo sempre partecipato alle vendemmie con molto entusiasmo, poi man mano che crescevamo, nostro padre ci ha coinvolti sempre di più, e andavamo a lavorare in vigna durante tutto l’anno, dalla potatura all’aratura, dalla scalzatura ai vari trattamenti in difesa dai parassiti, fino a tutte le attività necessarie a salvaguardarla e proteggerla.
Le vendemmie e più in generale lo stare in campagna sono sempre stati motivo di allegria e di festa in casa Fadda: ci divertivamo a correre tra i filari e abbiamo sempre avuto le nostre forbici da potatura in miniatura, così ci intrattenevamo a farci insegnare come tagliare l’uva dall’esperto di casa, nostro padre.
I nostri genitori si sono appassionati molto alle attività della vigna, in particolare nostro padre, o come ci viene più naturale chiamarlo, nostro babbo. Ogni anno, oltre a dedicarsi alla cura della vigna, si dedicava a fare il vino sfuso e di annata in annata si impegnava a ricercare delle migliorie, tanto da riuscire a crearsi un giro di appassionati e fedelissimi.
Il vigneto e l’arte di fare del buon vino sono diventati un grande motivo di orgoglio per nostro padre, un uomo pieno di risorse, capacità ed entusiasmo, per questo non ci stupisce che il suo occhio lungo puntasse verso il futuro. È in lui che è nato il progetto di aprire un’azienda vitivinicola strutturata per vendere Cannonau in bottiglia D.O.C. ed è a lui che Cantina Mussennore deve la sua concretizzazione.
Gli sviluppi: da nostro padre a noi
Se la fase embrionale della nostra produzione vitivinicola ruotava quasi interamente intorno ai nostri genitori, adesso che la Cantina Mussennore è aperta e attiva nella produzione e nella commercializzazione di vino Cannonau, la partecipazione di noi figli si è intensificata.
In questi primi mesi ci siamo suddivisi i ruoli e le varie attività da svolgere in base alle nostre attitudini e alle nostre passioni, ognuno dedicando il proprio tempo e le proprie energie con grande entusiasmo e impegno.
I piani e le speranze sono quelle di tornare tutti a Mamoiada per dedicarci a tempo pieno alla cantina, per la quale abbiamo in mente diversi progetti, non solo di produzione del vino ma anche di sviluppo del territorio e di eno-turismo, che non vediamo l’ora di concretizzare.
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