I simboli di Mamoiada

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
LinkedIn
Mamoiada è un piccolo paese, minuscolo se confrontiamo la sua estensione geografica rispetto alla notevole popolarità che anno dopo l’anno acquisisce grazie alla sua bellezza e alla sua autenticità. Le persone quando pensano a Mamoiada probabilmente hanno due immagini chiare  e cristalline: il carnevale di Mamoiada, con le maschere dei Mamuthones che spiccano su tutto il resto, e il vino rosso, precisamente il Cannonau. In questo articolo ti vogliamo parlare di questi due simboli mamoiadini conosciuti in tutto il mondo. 

Le maschere e il carnevale di Mamoiada

Il carnevale è uno dei momenti più importanti dell’anno a Mamoiada e noi della Cantina Mussennore, come tutti i mamoiadini, partecipiamo attivamente sia all’organizzazione (con le diverse associazioni), sia alle mascherate di gruppo, a quelle spontanee e a quelle con le maschere e i costumi tradizionali.

Antonio è Mamuthone da sempre, partecipa alle sfilate in trasferta e ancora più orgogliosamente a quelle mamoiadine.

Francesco è stato parte del gruppo Mamuthones da bambino, poi di quello di ballo, solo i vari impegni della vita adulta hanno ridotto le occasioni di partecipare al carnevale mamoiadino. 

Roberta per anni è stata membro del gruppo di ballo, facendo trasferte in tutta la Sardegna e godendosi soprattutto il Carnevale Mamoiadino, uno dei suoi periodi preferiti. 

L’amore della famiglia Fadda per il Carnevale è indiscusso, ed è soprattutto nostra madre ad avercelo trasmesso, che ancora oggi non ne perde uno.

Quando è il Carnevale di Mamoiada?

Per noi il Carnevale inizia il 17 gennaio, con Sant’Antonio, siamo cresciuti così: tre giorni di gennaio dedicati  a mangiare, ridere e giocare insieme ai nostri vicini nel fuoco del rione “Marhasunele”. Questo è uno di quei momenti di altri tempi, in cui si mischiano le età, nonni di altri bambini ti cucinano le patate nella brace del fuoco, tu giochi a nascondino con gli bambini, e all’ora di cena ci si riunisce tutti insieme attorno al fuoco per mangiare e riscaldarsi. 

A dirla tutta l’inizio possiamo fissarlo per il 16 gennaio. Nel pomeriggio si benedice e accende il fuoco principale, quello della parrocchia, e da lì, in contemporanea, si accendono i fuochi di tutti i rioni del paese.

Il 17 gennaio c’è la vera festa. La prima uscita dell’anno delle nostre maschere, che orgogliosamente girano i rioni di tutto il paese, che sono all’incirca una cinquantina. Campanacci sulle spalle e via, tra le vie e le piazze di Mamoiada, i Mamuthones seguiti dai turisti, che ultimamente hanno scoperto questa festa, un tempo così intima e riservata e ora occasione di incontro e contatto tra mille culture. 

La danza dei Mamuthones e dei Issohadores intorno al fuoco è così suggestiva e magica che ogni volta non possiamo non pensare a quanto siamo fortunati ad essere nati a Mamoiada. 

Poi arriva il 18 gennaio: noi lo chiamiamo Sant’Antoneddu, ed è il giorno di chiusura, celebrato con cibo e festa intorno al fuoco.

Quindi il carnevale a Mamoiada finisce il 18 gennaio? Ovviamente no, da quel momento ogni sabato è una festa, o nei rioni o nella sala comunale, oppure in piazza. Ogni sabato c’è una mascherata fino al martedì grasso, che è effettivamente l’ultimo giorno, segnato dalla morte del fantoccio “Juvanne Martis sero” (letteralmente Giovanni martedì sera), che rappresenta appunto il Carnevale, che muore per poi rinascere l’anno successivo. 

Il fantoccio viene accompagnato da uomini e donne mascherati da signore anziane vestite a lutto, che piangono disperate la sua morte e che durante tutta la giornata girano tutte le cantine con un carretto, chiedendo del vino in onore di Juvanne. Ecco, se non hai mai visto con i tuoi occhi questa cerimonia, puoi immaginare come sia per loro il finale di serata, anche perché chi potrebbe mai negare il vino a Juvanne Martis? 

Il Cannonau di Mamoiada

Il vino è un elemento che come hai appena letto si intreccia in modo naturale e profondo con il Carnevale e le maschere a Mamoiada. Il carnevale esiste da sempre, le maschere esistono da sempre, ma anche il Cannonau esiste da sempre. Ed è da sempre che questi tre concetti sono parte della nostra identità di mamoiadini. 

Era usanza, in passato, oltre che festeggiare in maschera nelle sale da ballo, girare case e cantine, dove un buon bicchiere di vino non mancava mai. Già da tempo infatti, in quasi tutte le case dei mamoiadini esiste una cantinetta per il vino, e non stiamo parlando di seminterrati-magazzini dove accatastare cose che non usiamo più di frequente, stiamo parlando di cantine ben tenute e ben curate, con strumenti adatti alla produzione di ottimo vino e all’avanguardia. A dimostrazione del fatto che se si cresce e si migliora sia come collettività, sia come singole cantine, allora la qualità si eleva in tutto il paese, a partire dai viticoltori membri dell’associazione Mamojà di cui ti abbiamo già parlato in un altro articolo, ma anche in chi vinifica senza strumenti o attrezzature professionali e in chi non fa parte dell’associazione. L’obiettivo principale dei viticoltori di Mamoiada è proprio questo: elevare la qualità, a qualsiasi livello di produzione.

Ormai non siamo più conosciuti solo per le maschere, il Cannonau ci sta portando ad acquisire notorietà, e soprattutto stima, anche nell’ambito vitivinicolo, creando una forte fiducia e alte aspettative riguardo al prodotto: se il vino è di Mamoiada allora è un ottimo vino.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *